La qualità del caffè al ristorante: non è solo una questione di prodotto, ma di servizio, professionalità e sostenibilità. Quali sono le criticità alla base? C'è una soluzione?
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Ci sono prodotti che fanno ormai parte della nostra quotidianità.
Il fatto di utilizzarli tutti i giorni e di averli a disposizione ogni volta che desideriamo, ci porta inconsapevolmente a darli per scontati e a pensare che sia normale che ci siano.
Invece, la storia degli ultimi anni (pandemia, guerra in Ucraina, cambiamento climatico), con le relative conseguenze a livello sociale, economico ed ambientale, ci ha aperto nuovi scenari e dimostrato che non sempre è così.
Proprio perché hanno un ruolo importante nella nostra giornata e nelle nostre vite, dovremmo imparare a riservare loro l’adeguata attenzione, senza trascurare tutto ciò che sta a monte del prodotto finito: le origini, le fasi ed i metodi di lavorazione, il viaggio, le persone coinvolte e tutto ciò che rende quel prodotto unico ed importante.
Diversamente, il risultato è un flusso negativo e distorto che può portare a non saper riconoscere, comprendere, attribuire ed apprezzare il giusto valore ad un prodotto, a trascurarne la qualità e, di conseguenza, a standardizzarne e abbassarne il prezzo.
Accade anche con il caffè!
Partiamo dal presupposto che un prezzo, per essere sostenibile nella totalità del suo significato (in ambito ambientale, economico e sociale), dovrebbe essere proporzionato ai costi sostenuti lungo tutta la filiera e al valore finale del prodotto.
In giro per il mondo, e soprattutto in Italia, molti bar vendono una tazzina di espresso a un solo euro, a volte anche meno.
Nonostante qualcuno potrebbe gradire un prezzo del caffè economico, la maggior parte di noi non si rende nemmeno conto dei gravi effetti che ha sulla catena di approvvigionamento.
Spesso ignoriamo tutte le fasi che precedono il caffè nella tazzina, non riuscendo quindi a comprendere (ed apprezzare) davvero ciò che stiamo ordinando e bevendo al bar. Magari storcendo pure il naso di fronte alla richiesta di qualche centesimo in più rispetto al “solito” prezzo del caffè.
Facendo qualche passo indietro, dalla tazzina al chicco, potremmo diventare più consapevoli di quello che davvero accade dietro le quinte.
Ci siamo mai chiesti quanti e quali passaggi sono necessari per avere il caffè che sorseggiamo e gustiamo ogni giorno?
Perché, mentre beviamo la nostra solita tazzina di caffè, non proviamo a chiudere gli occhi e, gustando gli aromi di ogni singolo sorso, ripercorriamo il lungo viaggio che ogni chicco di caffè ha fatto per arrivare fino a noi?
Risalendo lungo la filiera, ci renderemmo conto che il caffè è un prodotto agricolo, un prodotto che viene da lontano e un prodotto lavorato.
Un prodotto agricolo
Il caffè è un prodotto agricolo e, se la qualità della materia prima è fondamentale, è al tempo stesso soggetta a variabili climatiche ed ambientali.
Un caffè a buon mercato potrebbe significare che sono state applicate delle tecniche di coltivazione economiche, ma poco sostenibili.
L’utilizzo di pesticidi per combattere i problemi parassitari o di sostanze chimiche per intensificare la produzione e la resa delle piantagioni.
Oppure la mancanza di selezione delle drupe del caffè durante il raccolto, quindi maturazione disomogenea e scarsa qualità della materia prima.
La coltivazione del caffè, come quella di tanti altri prodotti, ha provocato negli anni grossi danni a livello ambientale, portando ad esempio alla deforestazione e impattando sulla biodiversità e sul rischio di scomparsa di alcune popolazioni di animali selvatici.
La sostenibilità ambientale è forse il problema più urgente per il mondo di oggi.
Considerando tutti i cambiamenti climatici in atto, l’aumento delle temperature, le precipitazioni volatili, la siccità e le inondazioni, possiamo ancora fare finta di nulla e non investire nella ricerca di una soluzione?
Applicare pratiche di coltivazione più sostenibili è possibile e necessario!
In molti già lo fanno, ma è fondamentale avere le adeguate risorse da investire nella ricerca, nello studio e nella formazione, che solo un prezzo giusto del prodotto finito può garantire.
Un prodotto che viene da lontano
Qual è il viaggio che compie la maggior parte del caffè?
Dal chicco alla tazzina, il caffè compie un viaggio molto lungo, sia per la distanza percorsa, che per le numerose fasi di lavorazione che attraversa: coltivazione e pratiche agricole, raccolta, selezione, lavorazione (fermentazione), essiccazione, altra selezione, trasporto agli esportatori, esportazione e spedizione, analisi e controllo caffè verde, trasporto alla torrefazione, tostatura, analisi e controllo del caffè tostato, confezionamento, trasporto al consumatore, preparazione ed erogazione.
Come possiamo pensare che un prezzo del caffè basso possa sostenere tutti questi passaggi, tutti questi costi, garantendo qualità e sostenibilità?
Un prodotto lavorato
“Quando beviamo un caffè, ricordiamoci che ogni chicco è stato toccato da una mano” Sebastião Salgado
Il caffè è il prodotto di una filiera che coinvolge parecchi mezzi e macchinari, considerevoli risorse, ma soprattutto centinaia di milioni di persone dislocate nel mondo, dal Sud America fino ad arrivare al bancone del nostro bar di fiducia.
Nei campi, nelle fabbriche, sulle navi, nelle torrefazioni, nei bar. Il caffè passa tante mani, macchinari, attrezzature, mezzi di spedizione e test di qualità.
Partendo dal contadino che lo raccoglie nelle piantagioni, il caffè verde passa poi nelle mani degli importatori o “crudisti”, per poi essere venduto ai torrefattori che, una volta miscelato e tostato, possono affidarlo alla distribuzione e arrivare così al barista e al consumatore.
Un prezzo del caffè troppo basso potrebbe non essere sostenibile per tutti i protagonisti della filiera.
Non garantirebbe stipendi equi, condizioni di lavoro e di vita dignitose, formazione, investimenti e innovazione, a partire dai coffee farmer, l’anello più debole, ma al contempo il più importante della catena del valore.
Lo stesso torrefattore sarebbe in difficoltà nel garantire un prodotto di qualità che risponda a determinati parametri di selezione e lavorazione.
Farebbe fatica a sostenere test di analisi e controllo dei prodotti, delle macchine e di tutta la fase produttiva.
Non avrebbe le risorse da investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie, in prodotti nuovi e sostenibili, e nella formazione dei dipendenti.
E infine il barista, dalla gestione del locale e delle attrezzature, alla scelta dei prodotti (in primis della miscela di caffè) da servire ai propri clienti, fino alla formazione e, non per ultimo, al servizio.
Un prodotto economico potrebbe significare che un barista non professionista e non professionale sta preparando la nostra tazzina utilizzando una miscela di caffè di bassa qualità, senza la minima idea o competenza su cosa stia facendo.
Abbiamo tutti un ruolo importante
Come consumatori, prendiamo decisioni importanti, facciamo scelte che riflettono chi siamo come persone e in quali valori crediamo.
Queste scelte hanno un impatto enorme. A livello sociale, economico e ambientale.
Per questo, ogni volta che ci troviamo ad acquistare o ordinare un prodotto, impariamo ad andare oltre al marketing e a chiederci cosa c’è dietro e dentro, a partire dal prezzo.
La lotta per la sostenibilità può cominciare proprio dal prezzo del caffè: non può più essere il solito prezzo a cui il solito bar ci ha abituati per il solito caffè, ma deve poter supportare l’intera filiera.
Non solo a valorizzare il caffè di qualità e mantenere elevati standard, bensì a rendere la catena del valore più sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale.
I caffè economici possono essere in qualche modo attraenti e apparire convenienti, tanto quanto comprare una busta o bere una tazzina di caffè costosissime sono un lusso che appartiene ai privilegiati o ai coffee addicts.
Ma non è necessario essere così radicali, scegliendo il più economico o il più costoso. Il giusto sta nel mezzo.
Aumentare il prezzo del caffè potrebbe far paura a chi non ha veri argomenti o qualità nella tazzina.
Bisogna quindi lavorare sulla comunicazione e sulla cultura, valorizzare i professionisti con la formazione e tutelare i clienti servendo caffè di alta qualità.
È possibile avvicinarsi molto di più alla sostenibilità nel caffè.
Abbiamo semplicemente bisogno del coraggio di renderlo una priorità che è parte e non separata dal profitto.
Impariamo ad essere dei consumatori consapevoli
Se conosciamo l’impatto che può avere su così tante persone e settori e sull’ambiente, da domani la nostra quotidiana tazzina potrebbe avere un significato diverso.
E il prezzo del caffè avrà il giusto gusto e valore, per la sostenibilità di tutta la filiera.