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SpecialCoffee per il vending

Nel mondo, 150 miliardi di caffè si bevono al distributore automatico. Più di uno su dieci. Ormai l’11% del caffè prodotto a livello globale.

Ogni consumatore in media acquista da un distributore automatico 166 volte l’anno e trascorre un tempo tra i 5 e i 15 minuti. In un anno, 28 ore pari a oltre 1 giorno di vita speso davanti a una “macchinetta”.

Sorseggiando un caffè davanti al distributore automatico socializziamo, scambiamo battute e punti di vista sul tempo, le vacanze, il calcio, lo sciopero dei mezzi pubblici, i programmi per il weekend, la situazione politica ed economica o i figli.

La pausa caffè ci fa lavorare meglio, allevia lo stress e ci rende più produttivi.

Oggi, dopo le principali utilities (luce, gas e acqua), le installazioni più numerose sono proprio i distributori automatici del caffè e di tantissimi altri prodotti che si trovano ormai dovunque.

Gli operatori del vending, anche se spesso non ce ne accorgiamo, entrano ogni giorno in quasi tutte le aziende e luoghi di lavoro, nelle comunità e in molti spazi pubblici quali stazioni ferroviarie, distributori di carburante o aree dedicate, per offrire un servizio ormai insostituibile e indispensabile.

Per intenderci, “vending” è il termine inglese tecnico con cui si identifica il canale della distribuzione automatica, ovvero tutta l’attività di vendita e somministrazione di prodotti alimentari e non, per mezzo di un distributore automatico.

Un distributore automatico (d.a.) è una macchina che, previo pagamento, eroga prodotti e/o servizi su richiesta dell’utente, 24 ore su 24, sia in aree pubbliche o private, in locali adibiti ad uso esclusivo oppure installati come supplemento di attività tradizionali (come ad esempio farmacie e tabacchi).

I distributori automatici erogano soprattutto bevande calde (caffè, cioccolata, tè) e fredde (acqua minerale, bibite in lattina, succhi di frutta) e snack (o panini e pasti pronti). Ma anche giornali, sigarette, biglietti, tessere prepagate, tagliandi, latte fresco, carburanti, lavaggio e pulizia veicoli, preservativi e articoli simili, camere di hotel e motel.

vending trendsNegli ultimi anni la gamma dei prodotti alimentari offerti si è ampliata e di conseguenza anche i consumi sono aumentati: oggi i distributori automatici vendono sia snack e merende confezionate che prodotti freschi (conservati in atmosfera modificata) come tramezzini, focacce, frutta fresca o succhi di frutta senza conservanti.

Ormai il vending rappresenta un comparto della ristorazione “fuori casa”.

I prodotti distribuiti tramite il vending cambiano molto da paese a paese. Per esempio, in alcuni paesi vendono anche bevande alcoliche, mentre in altri (come in Italia) questo è vietato dalla legge.

In Europa

In Europa, il mercato del vending è in costante crescita e sempre più forte.
Lo confermano i dati dell’EVA (European Vending & Coffee Service Association):

  • il fatturato totale nel 2017 è arrivato a 15,87 miliardi di euro (+3,3% rispetto all’anno precedente) e il parco macchine installato è salito a 4,07 milioni di unità (+1,6%);
  • in Europa c’è un distributore automatico ogni 190 abitanti. Un numero che varia di paese in paese, talvolta sensibilmente: se nei Paesi Bassi il rapporto è 1 ogni 60 abitanti, in Turchia è 1 ogni 1.920 abitanti;
  • oltre l’80% dei distributori è installato nei luoghi di lavoro;
  • Polonia e Russia sono i due paesi a maggior incremento: negli ultimi 5 anni il numero di macchine installate è cresciuto del +7,8% in Polonia e del +5,7% in Russia;
  • i gestori hanno aumentato il prezzo delle bevande, in particolare quelle calde, in virtù di un’offerta di qualità che inizia dal caffè in grani;
  • cresce il numero dei pagamenti cashless, prevalentemente con carta di credito contactless e smartphone.

Questi numeri ben identificano il dinamismo del settore.

E in Italia?

Nello scenario europeo, l’Italia è il primo paese per numero di vending machine installate (oltre 810 mila) che erogano ogni giorno caffè, bevande o snack, seguito da Francia (590 mila), Germania (545 mila), Inghilterra (421 mila).

Secondo i dati Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica) l’unica associazione italiana che rappresenta l’intera filiera della distribuzione automatica, in Italia:

  • il settore della distribuzione automatica (inteso come automatico + porzionato) vale più di 3,5 miliardi di euro con oltre 11,1 miliardi di consumazioni complessive;
  • i consumi del mercato automatico nel 2017 sono cresciuti del +1,31%;
  • i distributori sono diffusi principalmente nell’industria (37%), seguita dal commercio (15%), dagli uffici privati (14%), dal mondo della scuola e dell’università (10%), dagli ospedali (8%), dagli uffici pubblici (7%) e dai luoghi di transito (5%) e di svago (4%);
  • ogni anno sono circa 30 milioni gli italiani che consumano da un distributore automatico;
  • il caffè si conferma tutt’oggi il prodotto più venduto dalle vending machine: nel 2017 sono state quasi 3 miliardi (2 miliardi e 768 milioni) le erogazioni, ovvero i caffè consumati al distributore automatico, in aumento del +0,59%.

Il vending italiano, eccellenza mondiale

In pochi però sanno che il vending è una delle grandi eccellenze del “made in Italy”.

L’Italia è leader di mercato a livello internazionale: i principali produttori di macchine per la distribuzione automatica e di sistemi di pagamento sono italiani, i prodotti (a iniziare dal caffè torrefatto) più prestigiosi sono italiani, le aziende di gestione attive in Italia hanno professionalità e modelli di business considerati i più avanzati nel mondo.

Tutto ciò ha consentito all’Italia di mettere a punto uno standard di servizio a cui si sono rifatte altre aziende europee e che è stato esportato in altri paesi.

Il settore in Italia occupa oltre 30.000 persone.

L’industria italiana delle vending machine è un comparto all’avanguardia per sviluppo tecnologico e design, e rappresenta un esempio pratico anche di eccellenza della tecnologia italiana da esportazione.

I numeri confermano che il 70% dei distributori automatici di cibi e bevande prodotti in Italia viene venduto all’estero: in Europa, in cui si concentrano le maggiori quote di mercato, ma anche Sud America, mercati asiatici e Medio Oriente.

Il vending in Italia, così come lo concepiamo oggi, inizia nel 1963 con una macchina (la Faema E61), un prodotto (il caffè in grani) e alcuni pionieri che decidono di inventarsi una nuova professione (il gestore) installando questi distributori in alcune grandi realtà industriali.

Da allora, il vending italiano e il suo progresso è stato ed è tuttora indissolubilmente legato a queste 3 diverse figure professionali:

  1. un fabbricante che costruisce un distributore automatico
  2. un produttore che mette a disposizione i prodotti
  3. un gestore che acquista macchine e prodotti e le installa presso i clienti, garantendo il servizio.vending = caffè + distributore automatico + gestore

Nel corso degli anni, a questa filiera si sono aggiunte le rivendite e le aziende di servizi, ma l’essenza del vending rimane sempre e comunque strettamente dipendente da questa indispensabile “trinità”.

Il consumatore finale

Esiste però una quarta fondamentale figura che fa parte della filiera del vending: il consumatore finale.

Inizialmente, gli operatori si preoccupavano di soddisfare solo le esigenze dei loro clienti diretti. Oggi però la conquista delle locazioni e la loro corretta gestione (buoni rapporti umani, attenta politica di prezzo e garanzia di assistenza) non sono più sufficienti.

È necessario comprendere e rispondere coerentemente alle esigenze del consumatore finale, offrendogli una gamma di prodotti e di servizi a cui è davvero interessato.

Le strategie delle aziende del vending devono essere orientate alla soddisfazione e alla fidelizzazione del consumatore finale, che è il vero e unico interlocutore della distribuzione automatica, perché solo lui può riconoscere ed apprezzarne il valore.

Il consumatore cerca più qualità.

Il consumatore che acquista al distributore automatico oggi si aspetta standard di servizio e prassi operative oltre le indicazioni e i prerequisiti normativi a cui l’azienda di gestione deve attenersi: dalla facilità di utilizzo dei distributori automatici (o la presenza di istruzioni d’uso) all’efficienza dei sistemi di pagamento (con rendiresto), dalla garanzia di pulizia e igiene dei distributori automatici all’assistenza tecnica tempestiva (soprattutto in caso di fermo macchina), dalla professionalità e correttezza del personale (dipendenti con una divisa o un abbigliamento identificativo) e del servizio clienti all’affidabilità, regolarità e programmazione del servizio e della manutenzione.

Ultimo, ma non per importanza, l’attenzione alle esigenze e alle aspettative dei consumatori e l’impegno costante al miglioramento.

Un buon caffè, anche da un distributore automatico

Il mercato del caffè al distributore automatico è in crescita anche grazie alla capacità del comparto di soddisfare i nuovi gusti e le abitudini emergenti dei consumatori.

Oggi in Italia ben l’84% dei caffè nel vending vengono erogati attraverso la trasformazione di caffè in grani macinato al momento, segno evidente della ricerca di una sempre maggiore qualità.

La scelta del caffè, la qualità dell’acqua, la regolazione e manutenzione della macchina sono i fattori principali da tenere in considerazione per preparare un buon caffè. Non solo al bar.

vending = Gran Crema Blue Espresso VendingUn buon caffè, anche da un distributore automatico, inizia dalla scelta della giusta miscela.

Hey gestore, nella scelta della miscela di caffè per il tuo business, fai attenzione a:

  • pulizia e selezione: ti permettono di ridurre gli interventi e i costi di manutenzione ai macinadosatori, di evitare i fermo macchina e le conseguenti perdite di incasso;
  • granulometria omogenea: per ridurre i tempi di macinatura della vending machine, ma soprattutto per garantire una migliore costanza qualitativa;
  • tostatura lenta: per esaltare le naturali qualità di gusto e aroma del caffè e per ottenere un chicco più soffice e omogeneo (che si macina più facilmente);
  • raffreddamento solo ad aria: rende il prodotto più leggero, che con i dosatori volumetrici significa resa maggiore;
  • prodotto asciutto e meno oleoso: significa ridurre la frequenza di sostituzione dei filtri e quindi risparmiare sui costi di attrezzature e manodopera;
  • gusto e corpo in tazza: un consumatore soddisfatto che apprezza il “gusto” del caffè fino in fondo, senza doverlo “macchiare” per coprire il sapore troppo forte, amaro o legnoso, porta un risparmio perché riduce i consumi di latte e/o zucchero per i “caffè macchiati” o “dolci”;
  • costanza qualitativa (nelle forniture): ti permette di offrire ogni giorno la stessa qualità ai tuoi consumatori (soprattutto in uffici e aziende), lo stesso gusto equilibrato, aroma dolce e corpo cremosissimo, che fidelizza e incrementa i consumi.

Hey gestore, scegli un partner affidabile come SpecialCoffee e la miscela di caffè in grani GRAN CREMA BLUE ESPRESSO VENDING!

I nuovi trend del caffè

La ricerca della qualità procede di pari passo con il bisogno di differenziazione.
Si vanno delineando sempre più marcatamente nuove tendenze di consumo e si sta sviluppando l’esigenza di distinguersi rispetto al passato.

Il consumatore di oggi è molto più informato, esigente e curioso di sperimentare novità, soprattutto fuori casa. Così spesso nella pausa caffè cerca un’esperienza più ricca, intensa e soddisfacente.

vending trendL’appassionato dell’espresso tradizionale sta facendo spazio al coffee lover moderno, un consumatore dai tratti più complessi, una figura esigente che guarda al di là della tazzina (e del bicchiere vending), che viaggia e che, pur sostenendo l’unicità dell’espresso italiano, si confronta con altre tradizioni e mostra grande apertura verso metodi di preparazione alternativi rispetto alla tradizionale cultura italiana del caffè.

Perciò anche il caffè espresso, prodotto simbolo della distribuzione automatica italiana, si declina nei nuovi trend: caffè sostenibili, bevande XL, cup-to-go, bevande gourmet e caffè ricettati via via più elaborati.

Per il gestore, ampliare, variare e rendere appetibile l’offerta delle bevande calde significa investire in nuovi distributori automatici ma anche poter richiedere un prezzo più alto e, di conseguenza, garantirsi una più interessante marginalità.

Una tendenza sempre più spinta al consumo fuori casa e alla personalizzazione, potrebbe far sembrare che il vending sia penalizzato perché la tecnologia delle macchine richiede inevitabili tempi di sviluppo e implementazione, ma soprattutto perché spesso la domanda è troppo di nicchia per un mezzo popolare e di massa come il distributore automatico.

Tuttavia il vending italiano ha da sempre avuto una visione in grado di affrontare i nuovi scenari di mercato con capacità innovativa e reattività, e si sta dimostrando capace di seguire i nuovi trend e le nuove esigenze dei consumatori con un’offerta ampia e apprezzata da un target eterogeneo.

È già accaduto

I distributori automatici di nuova generazione sono sempre più smart: grazie alle tecnologie digitali IoT e agli schermi touch, trasformano completamente l’esperienza del consumatore, permettono di offrire un prodotto personalizzato mixando gli ingredienti di base (caffè, latte, cacao, topping, granelle) creando bevande gourmet, anche nella versione XL o da asportare con le comode cup-to-go.

Inoltre, grazie alla connessione internet, non solo si potranno scegliere i prodotti tramite lo smartphone, ma anche pagarli e prelevarli al primo distributore automatico disponibile.

È possibile fare offerte combinate: un cappuccino, una brioche e una bottiglietta d’acqua.

Nello stesso tempo, i sistemi di telemetria consentono tramite la rete di controllare la macchina da remoto e accorgersi in tempo reale se mancano prodotti o se c’è un guasto.

Infine il pagamento mobile, attraverso le app, permette di poter dialogare col consumatore, analizzando le sue preferenze.

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