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ricordi aroma caffè

L’aroma del caffè è perfetto per iniziare la giornata, perché aiuta a svegliare la mente e dare energia.

A quanti di noi è però capitato, sentendo l’aroma del caffè, dell’espresso al bar o della moka in casa, di ricordare un’esperienza o un’emozione vissuta?

Come mai il solo aroma di una tazza di caffè riesce a colpire tanto sensi e cervello?

Si tratta della così detta memoria olfattiva, definita anche “effetto Proust” o “madeleine di Proust“, dallo scrittore Marcel Proust che per primo in “Alla ricerca del tempo perduto” descrisse tale esperienza: assaporando la madeleine, il narratore si sente come catapultato indietro nel tempo. Grazie alla fragranza rivive l’infanzia, quando era solito mangiare quel dolce con la zia.
Marcel Proust sosteneva infatti che ciò che resta di un passato lontano sono proprio gli odori, presenze impalpabili ed immateriali ma non per questo meno intense, persistenti e fedeli.

Come funziona la memoria olfattiva?

Ogni senso ci permette di scoprire il mondo esterno e relazionarci con gli altri, svolge un ruolo importante nel formare la percezione di un’esperienza.

Esiste un legame profondo e inconscio tra cibo e memoria, un collegamento tra stimoli gustativi, olfattivi ed emozioni, legate ai ricordi.

Alcuni gusti e odori hanno la capacità di attivare la nostra memoria involontaria: senza alcuno sforzo cosciente della nostra mente, risvegliano in noi ricordi vividi e inconfondibili.

Se, per qualche aspetto, l’esperienza originaria della degustazione è stata positiva, ogni volta che essa si ripete potrebbero innescarsi ricordi e sensazioni piacevoli per effetto di un condizionamento psicologico.

Quando degustiamo qualcosa di molto buono, abbiamo l’illusione che il piacere nasca in bocca, in realtà solo un quarto di quella piacevole sensazione è legata al gusto, il resto, il 75%, è questione di olfatto.

L’olfatto è uno dei sensi più potenti ed efficaci per evocare non solo i ricordi ma anche le emozioni.

È una forma di linguaggio che ha una delle connessioni più profonde sia con la memoria che con l’emozione.

Il senso dell’olfatto media infatti una memoria involontaria, fa rivivere un episodio del passato e, rivivendolo, riaffiorano le emozioni ad esso connesse.

Queste evocazioni sono un forte veicolo emozionale: possono farci sentire coccolati, eccitati o semplicemente felici.

Cosa rende l’olfatto speciale?

Innanzitutto esso non può essere intenzionalmente “disattivato”. Possiamo ad esempio sottrarci ad uno stimolo visivo, semplicemente chiudendo gli occhi, ma non possiamo fare lo stesso con un odore persistente che ci coglie all’improvviso.

Per questo motivo esso viene considerato uno dei sensi più diretti e capaci di influenzare i nostri atteggiamenti.

Quello dell’olfatto è uno dei primi sensi a svilupparsi. Il nervo olfattivo si forma durante la settima settimana di gestazione e questo per il feto significa poter già sentire e riconoscere l’odore della propria madre.

Gli odori vengono associati più facilmente ai ricordi rispetto a segnali visivi o uditivi, perché l’olfatto è l’unico senso elaborato e collegato direttamente al sistema limbico, la parte più profonda e primitiva del cervello che ospita ricordi, responsabile della memoria a breve termine, dell’umore e delle emozioni, e implicata in tutte le reazioni associate alla sopravvivenza della specie.

L’olfatto, inconsapevolmente, ci permette di riconoscere ciò che ci piace e ciò che potrebbe rappresentare un pericolo, riesce a influenzare le nostre preferenze affettive e i nostri comportamenti quotidiani.

Gli odori possono addirittura cambiare il modo in cui percepiamo le informazioni.

Inoltre, gli odori innescano scintille sensoriali nella nostra memoria: creano aspettativa. E l’aspettativa è uno dei veicoli di emozioni più forti per l’essere umano.

Odori, neuroscienze e neuromarketing

Effettivamente anche le neuroscienze hanno confermato la capacità di odori, aromi e profumi di suscitare emozioni e destare ricordi, anche i più profondi.

La memoria olfattiva non solo è in grado di evocare ricordi precisi e accurati ma agisce a livello inconscio suscitando emozioni e stati d’animo particolarmente intensi.

Alcune ricerche di neuromarketing rivelano che il 75% delle emozioni sarebbero innescate dagli odori.

Martin Lindstrom, uno dei massimi esperti di neuromarketing, riporta uno studio che ha rivelato che l’80% degli uomini e il 90% delle donne riferisce di provare emozioni e ricordi innescati dagli odori.

Uno studio condotto dalla Rockefeller University di New York ha dimostrato che una persona ricorda il 35% di quanto annusa, rispetto al solo 5% di ciò vede, al 2% di ciò che sente e all’1% di quello che tocca. Inoltre saremmo in grado di ricordare odori a distanza di un anno con una precisione del 65% e immagazzinarli in modo quasi permanente.

Chiaramente la forza di un ricordo olfattivo dipenderà dall’importanza dell’evento in cui abbiamo percepito un certo odore.

Per questo gli odori che accompagnano i momenti più importanti della nostra vita saranno anche quelli più duraturi e più facilmente riconoscibili a distanza di tempo. I primi ricordi legati all’olfatto, ovvero i primi profumi di cui abbiamo memoria, solitamente risalgono alla nostra infanzia.

Grazie alla loro capacità di suscitare emozioni profonde e positive, questi profumi sono i più potenti ma anche i più semplici da richiamare alla memoria. Durante la vita di un individuo poi l’esperienza agisce modificando e aggiungendo sempre nuovi profumi fino a costruire una complessa “banca olfattiva” legata a ricordi ed emozioni.

Una recente ricerca neuroscientifica dell’Osservatorio Nescafè Dolce Gusto e Marco Baldocchi Inc., esperto di neuroscienze applicate al food & beverage, ha misurato le emozioni che nascono dopo un sorso di caffè.
In particolare, la ricerca si è concentrata su come un prodotto con un forte richiamo legato a una città, possa far scaturire ricordi emozionali di esperienze vissute in quel luogo.
Lo scopo? Scoprire se esiste un legame emotivo/cognitivo tra un caffè di ispirazione italiana e la città evocata dal prodotto stesso, sia nel nome che nel gusto.
Sotto la soglia di coscienza, i profumi e gli aromi, possono aiutare a collegare ricordi ed emozioni vissute nel corso di visite e soggiorni in determinate città.

Gli aromi del caffè

L’aroma tipico del caffè viene solitamente associato alla definizione di “caffè appena tostato”.

In realtà in questo aroma sono presenti un’infinità di molecole odorose diverse, una rassegna infinita di odori e ricordi olfattivi che la nostra mente non sempre riesce a percepire e distinguere con precisione, mille sfumature che lambiscono le nostre cellule olfattive e arrivano alla nostra mente, evocando un caleidoscopio di ricordi sensoriali.

Durante la tostatura, il caffè sviluppa il suo aroma.

Questo non è altro che il risultato della straordinaria alchimia di oltre ottocento principi aromatici e complessi differenti.

Dalla trasformazione dei lipidi, contenuti in misura del 0,50%, e poi dei protidi e dei glucidi ed infine dei sali minerali nasce quel caratteristico bouquet che cambia in base a diverse variabili, ma principalmente a seconda del tipo di tostatura e delle varietà utilizzate.

L’aroma del caffè in effetti contiene miriadi di sfumature, sentori di caramello, idee di pane appena estratto dal forno, fragranze di cioccolato, effluvi fruttati, note agrumate, aromi di frutta secca che possono essere percepiti ed identificati in maniera diversa e personale.

Ed ecco che la semplice percezione olfattiva diventa un viaggio nella degustazione che inizia prima dell’assaggio vero e proprio.

L’approccio olfattivo avviene in due fasi: prima della degustazione, per olfazione diretta, e durante e dopo l’assaggio, per olfazione retronasale. In questo secondo passaggio altri odori si presentano al cervello, raffinati, amari, di sandalo, di tabacco o di incenso. Un panorama da esplorare prima e durante ogni sorso, che accompagna la degustazione e ne aiuta ad apprezzare tanti altri aspetti, esaltando ogni componente.

Non deve stupire se, quando il caffè è pronto, il profumo che si diffonde per tutto l’ambiente è un potente richiamo per tutti, se dal solo odore gli esperti, e non solo, sanno distinguere un buon caffè da uno così così e, soprattutto, se questa bevanda scura e amara ha tanto successo da così tanto tempo e in tutto il mondo.

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